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I ricercatori confermati, i ricercatori non
confermati, i dottorandi, i dottori di ricerca, gli assegnisti di ricerca, i
professori a contratto della Facoltà di lettere e Filosofia, riunitisi in
assemblea il 20 ottobre 2008, dopo ampia discussione, hanno approvato il
seguente documento:
I presenti condividono e sostengono le ragioni della
mobilitazione in corso in tutta Italia contro la legge 133, che sta
coinvolgendo ad oggi in un fronte unico il mondo universitario, dagli studenti
ai docenti. Tuttavia ritengono indispensabile esprimere con chiarezza la
propria preoccupazione che questa protesta possa essere, o anche semplicemente
apparire ai non addetti ai lavori, una difesa dello status quo dell’università
italiana.
Tempi e modi del reclutamento dei docenti; mancato
riconoscimento della funzione docente dei ricercatori; assenza di una efficace
e trasparente valutazione della ricerca e della didattica, della presenza e
dell’effettivo carico di lavoro svolto dai dipendenti delle università (in
particolare se appartenenti al corpo docente); impiego improprio dei
ricercatori strutturati e non, peraltro alimentato dalla proliferazione
spropositata dei corsi di laurea; persistenza della figura del dottorando senza
borsa; compenso dei contratti (ridicolo nei tempi e offensivo nella
retribuzione).
Sono solo alcune delle questioni che richiedono una
attenta riflessione e una radicale revisione all’interno di un autentico
progetto di riforma democratica dell’università.
I presenti propongono al Consiglio di Facoltà di
proclamare il blocco di tutte le attività didattiche (lezioni frontali,
laboratori, esami, ricevimento studenti, ecc.) fino al 31 ottobre, data di
discussione del Decreto-Legge 137 al Senato della Repubblica. Farà unica
eccezione la prima lezione prevista dal calendario ordinario, che dovrà essere
dedicata all’illustrazione e alla discussione della legge 133 e 137. I presenti
propongono altresì al Consiglio di Facoltà di intraprendere e promuovere, nel
corso dei dieci giorni del blocco della didattica, attività alternative quali
seminari, assemblee, discussioni, lezioni aperte sui temi della protesta,
garantendo la possibilità di tenere aperti i locali della Facoltà anche oltre
gli orari canonici di servizio. Si richiede, infine, che il Consiglio si impegni
a coinvolgere le altre Facoltà di questo Ateneo in una discussione sui
contenuti di questo documento.
L’Assemblea dei ricercatori, strutturati e non
(assegnisti, dottorandi, contrattisti), della Facoltà di Lettere e filosofia,
20 ottobre 2008
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DOCUMENTO DI
SINTESI DELL’ASSEMBLEA DELLA FACOLTÀ DI LETTERE E FILOSOFIA
In
continuità col movimento sviluppatosi in opposizione ai
disegni governativi (legge 133/2008, DL 137/2008, DL
155/2008 e proposta di legge “Aprea”) volti a smantellare
l’istruzione pubblica ed il sistema nazionale di formazione
universitaria, movimento concretizzatosi in una settimana di
assemblea permanente, gli studenti riuniti in Assemblea di Facoltà
tenutasi in data 21 Ottobre 2008,
sostengono
*
che l’attacco generalizzato al mondo
dell’università e dell’istruzione pubblica nazionali, se
concretizzato, comporterebbe una definitiva crisi ed una deriva
sociale, politica e culturale dell’intero paese;
*
che le attuali iniziative governative, figlie di
una degenerazione ormai ventennale, rispondono ad un preciso piano
che vede oggetto l’intera società e che si prefigge
un’ulteriore precarizzazione e destrutturazione dei diritti del
lavoro;
*
che la trasformazione degli atenei in fondazioni
private, sotto le mentite spoglie di una logica efficientista,
concretizzerebbe una folle ingerenza degli interessi privati e
dei connessi potentati economici nel mondo della ricerca e della
didattica che perderebbero così ogni residuo di libertà
e autonomia. Si inasprirebbero per di più le gravi barriere di
classe e di reddito che già oggi si frappongono ad una fattiva
concretizzazione del diritto allo studio;
*
che il blocco delle assunzioni oltre a costituire
lo strumento di effettivo dissanguamento graduale degli atenei, è
di fatto ben lungi dall’intaccare realmente l’atavico sistema di
privilegi e di gestione baronale che costituisce la triste norma del
sistema universitario italiano. Il blocco delle assunzioni
comporterebbe un’odiosa esclusione per migliaia di giovani
ricercatori e lavoratori che vedrebbero così precluse le
possibilità di realizzazione professionale e conseguentemente
esistenziale;
*
che lo smantellamento, fin dai primi livelli, del
sistema scolastico lascia presagire la volontà di modellare
una società basata sulla coercizione delle coscienze, sulla
dequalificazione dei saperi e sulle disuguaglianze sociali che
prosciugano la sostanza dei diritti fondamentali;
Visto
quanto espresso dal documento approvato dall’assemblea dei
ricercatori e dei dottorandi, gli studenti esprimono la propria
condivisione e il proprio sostegno sia riguardo all’analisi che
riguardo alle forme di mobilitazione da loro avanzate.
Gli
studenti conseguentemente
chiedono
*
che questo Consiglio di Facoltà si esprima
nettamente e con fermezza contro le attuali iniziative dell’esecutivo
e a sostegno dell’abrogazione totale dei summenzionati provvedimenti;
*
la sospensione della normale attività
didattica fino al 31 Ottobre;
*
che in dato periodo la Facoltà diventi
luogo di elaborazione, confronto e aggregazione tra tutte le
componenti sociali interessate dall’attuale proposta di scardinamento
del sistema di istruzione-formazione. A tal fine si chiede di poter
usufruire dei locali e dei mezzi a disposizione della facoltà
anche oltre gli orari canonici di servizio, con l’intento di
costruire insieme docenti, ricercatori, lavoratori e studenti
percorsi di sensibilizzazione, autoformazione e lotta in grado di
coinvolgere e integrare anche il mondo extra universitario.
Riteniamo
fondamentale raccordarci col mondo della scuola, anch’esso sotto
attacco, ai suoi docenti, lavoratori, studenti e nuclei familiari,
oltre che col tessuto sociale dell’intera città;
Gli
studenti ritengono estremamente grave e critica la condizione attuale
delle università italiane, figlia di un ventennio di insensate
controriforme. Pertanto il presente documento non vuole in alcun modo
difendere l’attuale sistema accademico.
La
nostra lotta è l’ultima opportunità per riuscire ad
opporsi duramente ad un progetto reazionario senza precedenti che
sancirebbe la fine dell’attuale società italiana, oltre che
per ripensare complessivamente le molteplici articolazioni di
una nuova università che riesca così a sottrarsi alla
palude in cui è stata ormai da tempo abbandonata.