Addio Alexis

Ad Atene sabato 6 novembre alla sera, in una via del quartiere Exarchia,
Alexis Grigoropoulos, un ragazzo di 15 anni, è stato assassinato a
sangue freddo da un poliziotto.
I due agenti presenti facevano parte della neonata unità d´elite della
polizia greca chiamata Blue Suits e il loro ingresso nel quartiere roccaforte
della sinistra antagonista, dove già nell´85 un ragazzo di 16 anni fu
ucciso (Michalis Kaltezos) dalla polizia durante un blitz, è stato visto
come una provocazione.

I comunicati ufficiali hanno parlato inizialmente di un incidente
causato da una precedente aggressione di un gruppo di anarchici contro
un auto della polizia; l’agente avrebbe sparato due colpi in aria e uno
a terra, il colpo rimbalzando avrebbe colpito il giovane.

La teoria dei colpi di rimbalzo, di genovese memoria, ha quindi fatto
breccia nei cuori di governanti e magistrature europee. Viene spontaneamente
da chiedersi quante volte la utilizzeranno ancora. Questa volta un proiettile
sarebbe rimbalzato prima a terra, poi su un cartello stradale in ferro.

Non sono bastate le dimissioni minacciate da due ministri, respinte dal
premier Costas Karamanlis, né l´arresto di due poliziotti con l´accusa
di omicidio. L´uccisione di Alexis ad Atene, ha incendiato la protesta
in tutta la Grecia.

Qui in Italia invece noi abbiamo il solito balletto delle cifre, la stampa
celebra le rivolte greche come "esplosioni di violenza immotivata"
mischiando tutto nel solito calderone, facendo coincidere la brigata
anarchica "giuliani" con i black block e via discorrendo. Tutto già visto,
tutto già letto, tutto come al solito tende a sminuire la lotta di chi è
stanco di sopprusi e povertà. A coloro che lottano in Grecia, a tutti i
compagni e le individualità, siano essi anarchici, comunisti, autonomi,
esprimiamo la nostra totale solidarietà.

 

SAPERI IN LOTTA                                                  


SCIOPERO GENERALE E GENERALIZZATO

Negli
ultimi due mesi il mondo dell’università è stato impegnato in una
dura lotta contro provvedimenti ciechi e sciagurati; per giorni si è
scesi in piazza contro tagli forsennati che mirano a ridurre
il settore della formazione pubblica ad una misera appendice, alla
mercè totale degli interessi delle lobby private di questo paese.

Abbiamo
manifestato innumerevoli volte, reclamando il ritiro della legge 133,
della legge 169 (ex decreto 137) e dell’attuale decreto 180. Ora è
giunto il momento di scendere in piazza per uno sciopero generale che
abbiamo voluto generalizzare alla società intera
.

Come
studenti universitari, precari e ricercatori abbiamo l’esigenza
assoluta di essere un’opposizione consapevole ad un capitalismo
straccione, ad un neoliberismo che ha messo in ginocchio intere fasce
della società e divorato in pochissimi anni diritti fondamentali;
dobbiamo evitare ogni autoreferenzialità della lotta, uscendo dai
limiti angusti della didattica e della ricerca, senza per questo
dimenticare le specificità dalle quali si è generato il nostro
movimento.

Per
fare ciò ribadiamo senza tentennamenti la necessità di sviluppare a
tutti i livelli forme di coordinamento e mobilitazione congiunta con
le realtà in lotta nelle scuole e nelle università, con i docenti
precari, con gli operai, i lavoratori e gli immigrati, con tutte le
realtà che resistono alle svariate forme di precarizzazione delle
esistenze.

Giorno
12 dicembre saremo dunque in piazza per dire no alle politiche
di un governo che ha consapevolmente mirato a distruggere il settore
pubblico e le garanzie di questo paese, che ha riproposto l’idea
ormai ventennale, per cui licenziamenti e tagli dei fondi di
finanziamento ordinario, precarizzazione assoluta e privatizzazioni,
guerra e repressioni securitarie, siano le uniche soluzioni per
uscire da una crisi interna al capitalismo.

Contro
i licenziamenti, le privatizzazioni e ogni forma di precarietà !

Per
il ritiro totale e immediato delle leggi 133 e 169, e del dl 180 !

NON
PAGHEREMO NOI LA VOSTRA CRISI

Venerdì
12 dicembre

ore 9:00
PIAZZA CROCI

Coordinamento
dei SAPERI IN LOTTA

http://saperi-in-lotta.noblogs.org

 


“Le cinque giornate di Palermo” – documento politico di sintesi

Dopo un mese
di mobilitazione nazionale, nelle giornate del 15 e 16 novembre,
all’assemblea nazionale della Sapienza di Roma il movimento
universitario si è proposto di elaborare non solo un bilancio delle
tappe fino a quel momento percorse ma anche una prospettiva di lotta
valida e sostenibile per i mesi a venire. Il contributo che abbiamo
voluto dare a Palermo, con l’iniziativa delle “cinque giornate”,
è voluto essere una riflessione complessiva sull’attuale crisi
economica, nella quale si sono collocati e si collocano, a nostro
avviso, non solo i feroci tagli che si sono abbattuti sul sistema
della formazione e sull’intero settore pubblico, ma anche gli ormai
ventennali processi di precarizzazione del mondo del lavoro e della
società tutta.

Abbiamo
voluto ribadire con forza la nostra totale opposizione ai recenti
provvedimenti legislativi dell’attuale governo: la legge 133 si
dimostra paradigmatica di un attacco spietato a tutto il settore
pubblico, inserendo i tagli all’università da più parti
contestati in un generale processo di “razionalizzazione” che
vede tutto il settore pubblico del nostro paese essere sottoposto a
processi di turn-over, tagli indiscriminati dei fondi di
finanziamento ordinario, privatizzazioni sempre più spinte
attraverso lo “sdoganamento” delle fondazioni di diritto privato,
veri e propri licenziamenti di massa del personale precario e
strutturato.

La legge 169
(ex dl 137) ribadisce come strumento privilegiato di drenaggio di
capitali dal settore pubblico al privato la barbara riduzione di
cattedre, numero di ore e numero di docenti necessari allo
svolgimento della normale didattica, l’annichilimento dello
strumento del tempo pieno, la perdita del lavoro, di fatto, di
migliaia di docenti di ruolo e precari.

Il recente dl
180 fraziona il fronte che per più di un mese ha tenuto testa ai
folli provvedimenti dell’esecutivo, dividendo gli atenei su base
esclusivamente economica tra virtuosi e non, ed esautorando alcune
fasce di docenza dalle commissioni dei concorsi per ricercatori.

Tutto ciò
palesa sempre più l’esigenza di rafforzare e rinsaldare un fronte
unico di opposizione alle politiche neoliberiste che,
strumentalizzando una crisi economica da esse stesse generata,
ripropongono con forza i tagli economici e la precarizzazione del
mondo del lavoro come unica possibile soluzione.

L’università
è infatti oggi un laboratorio in cui gli studenti ed i ricercatori,
i precari ed il personale ATA sperimentano sempre più brutalmente le
logiche del mercato e della mercificazione. I già consistenti tagli
hanno compromesso il lavoro di ricerca fino a mutarlo nel vero asse
portante del sistema, costringendo figure che dovrebbero sviluppare
nuovi percorsi di ricerca a sostenere carichi di lavoro aggiuntivi e
non retribuiti, senza i quali l’intera università crollerebbe
repentinamente; contemporaneamente il personale non docente è stato
sempre più assottigliato e umiliato attraverso l’ampio ricorso a
forme di contratto a tempo determinato. In questo contesto gli
studenti hanno sperimentato sulla propria pelle vent’anni di
controriforme, giungendo al tanto osannato sistema del “3+2” e
della strutturazione in crediti della didattica. Ancora una volta
ribadiamo la nostra assoluta contrarietà ad un siffatto sistema
universitario che ha fallito tutti i presupposti con i quali era
stato presentato e giustificato: le singole discipline si sono mutate
in pacchetti di crediti da acquisire, perdendo completamente ogni
connessione con le conoscenze e le competenze che ogni percorso di
studi dovrebbe garantire. Il sapere, privato di ogni connessione con
le problematicità del reale, si è mutato in una vera e propria
anticamera di un mondo del lavoro sempre più precario e privo di
garanzie, e mentre cadono i canali che una volta garantivano
l’inserimento nel mondo del lavoro, assistiamo ad un uso massiccio
e strumentale della retorica della produttività e della
meritocrazia.

Gli studenti
universitari sono dunque veri e propri precari in formazione, futuri
disoccupati che non possono prescindere dal collocarsi in un fronte
unico di opposizione sociale con i migranti, i senza casa, gli
operai, i lavoratori precari e disoccupati. I licenziamenti massicci
all’Alitalia, alla Fiat, alla Telecom, i tagli al welfare state, al
sistema previdenziale e a quello sanitario, l’impoverimento sempre
più tangibile di milioni di italiani, lo sfruttamento brutale degli
immigrati, sempre più forza lavoro ricattabile e funzionale ad
abbassare il costo del lavoro (il tutto giustificato con
pseudopolitiche securitarie, rigurgiti neorazzisti e deportazioni
illegali nei centri di permanenza temporanea), l’assenza di una
seria politica sull’edilizia pubblica, la devastazione ambientale
condotta attraverso faraoniche e costosissime grandi opere o metodi
contraddittori di gestione delle problematiche ambientali, sono tutte
questioni che ci riguardano in prima persona, nella necessità di
costituire nelle scuole, nelle università, nei luoghi di lavoro
delle reti di resistenza al neoliberismo ed alle sue cieche
politiche.

La lotta deve
dunque ampliare il suo raggio ed affrontare tutte quelle
problematiche che in questo momento vedono contrapporsi da un lato
lobby spietate di privati, il cui unico interesse è e resta il
profitto assoluto, dall’altro tutti coloro che in questo momento
resistono, nella comune intenzione di difendere diritti sociali e
garanzie minime nel mondo del lavoro, nella società tutta.

L’obiettivo
deve diventare un’opposizione consapevole e complessa ad un
capitalismo che ha messo in ginocchio fasce consistenti della società
e divorato in pochi anni diritti fondamentali; come studenti e
universitari dobbiamo evitare ogni forma di autoreferenzialità della
lotta, uscendo dai limiti angusti della didattica e della ricerca,
senza per questo dimenticare le specificità dalle quali si è
generato il nostro movimento.

Ribadiamo
dunque l’assoluta ed ineludibile necessità di sviluppare a tutti i
livelli forme di coordinamento con le realtà in lotta nelle scuole e
nelle università, con i docenti precari, con i lavoratori e gli
immigrati, con tutte le realtà che resistono alle svariate forme di
precarizzazione delle esistenze.

Aderiamo
convintamene alla data del 12 dicembre, una giornata di sciopero
generale che va dunque generalizzato e che vuole e deve porsi come
obiettivo una netta opposizione all’attuale stato di cose, per
rimettere all’ordine della discussione un cambiamento della società
tutta.


Programma delle “cinque giornate” di Palermo

Clicka qui per scaricare il programma in formato pdf.

 


Le “Cinque giornate” di Palermo Riparte il movimento: l’ateneo in rivolta occupa la Facoltà di Lettere

Le
“Cinque giornate” di Palermo

Riparte il
movimento: l’ateneo in rivolta occupa la Facoltà di Lettere

 

Venerdì 28 Novembre, in occasione dell’approvazione in
Senato del decreto legislativo 180 in materia di riforma
universitaria, l’edificio centrale della Facoltà di Lettere e
Filosofia  è stato occupato da studenti di tutte le facoltà
con l’obiettivo di rilanciare il movimento universitario a partire
dalla riappropriazione di uno spazio all’interno della cittadella e
dall’apertura di un reale spazio di discussione e confronto tra
studenti, finora quasi inesistente.
 
Sentiamo il bisogno
di confrontarci sulle questioni fondamentali emerse dall’assemblea
nazionale della Sapienza. Vogliamo riaprire un dibattito profondo
sulle questioni della didattica, del diritto allo studio, della
precarietà e del lavoro (il 3+2, il sistema dei crediti, i percorsi
di autoformazione, l’autoriforma, i sistemi di valutazione della
ricerca e di reclutamento …).
 
Allo stesso tempo
intendiamo aprire il movimento universitario a tutte le vertenze e a
tutti i conflitti  che vivono anche al di fuori dello
spazio universitario, a partire dai coordinamenti di docenti e
studenti delle scuole medie inferiori e superiori, fino a tutti i
comitati di lavoratori e precari in mobilitazione e ai comitati in
difesa dei beni comuni.
 
Vogliamo costruire un percorso
ampio in vista dello sciopero generale del 12 Dicembre, che leghi con
un filo comune tutte le lotte territoriali e nazionali, a partire
dallo slogan "Noi la crisi non la paghiamo", ma ponendo al
tempo stesso la centralità della questione dell’attacco al
mondo della formazione.
 
Si invitano pertanto gli
studenti, i precari, i lavoratori e i cittadini tutti a partecipare
alle "cinque giornate" di Palermo indette dal movimento
universitario.

Ateneo di Palermo in Rivolta


Aggiornamento delle “cinque giornate” di Palermo

Gli studenti dell’ateneo
palermitano, le realtà in lotta all’interno delle facoltà,
l’Accademia delle belle arti di Palermo, hanno occupato stamattina la
biblioteca dei Saperi Umanistici, con l’intenzione di riappropriarsi
di questo spazio, in linea con la giornata di mobilitazione nazionale
che proprio per oggi era stata lanciata all’assemblea del 15 e 16
novembre, tenutasi alla Sapienza di Roma. “Dopo aver presidiato per
l’intera giornata l’edificio, rivendicando l’accelerazione del
processo di apertura dello stesso agli studenti, abbiamo deciso di
rilanciare e proseguire nell’intenzione di organizzare al meglio le
previste giornate di discussione e dibattito sulla precarietà,
l’autoriforma, i beni comuni.

Per fare ciò abbiamo
occupato la facoltà di Lettere e Filosofia, ribadendo la
trasversalità e il carattere interfacoltà e d’ateneo di questa
azione”.

La facoltà di Lettere e
Filosofia di Palermo sarà dunque lo spazio interfacoltà in cui,
fino alla giornata di martedì 2 dicembre, si svolgeranno le già
previste iniziative di confronto e approfondimento, pensate per
unire, nell’ottica di un’analisi della attuale crisi del
capitalismo, il movimento universitario, il mondo della scuola, i
lavoratori precari o in via di precarizzazione, i senza casa, i
movimenti di difesa dei beni comuni.

Queste giornate nascono
dunque dalla necessità di generalizzare la protesta del mondo
studentesco e universitario, in vista del prossimo sciopero generale
indetto per il 12 Dicembre.



Ateneo di Palermo in
rivolta


Le “cinque giornate” di Palermo. Gli studenti occupano la Biblioteca dei Saperi Umanistici.

Come
studenti di un ateneo in rivolta abbiamo più volte riversato nelle
strade della nostra città la nostra dura e irriducibile
contrapposizione a provvedimenti legislativi inadeguati e incentrati
solo ed esclusivamente su tagli economici. Abbiamo oggi deciso di
rivendicare uno spazio, per la durata di 5 giorni, con una finalità
precisa: ribadire con forza e decisione la nostra critica ad una
prassi ormai ventennale di impoverimento del sistema di formazione
nazionale, di volta in volta giustificata con motivazioni strumentali
e pretestuose. Per fare questo abbiamo occupato stamattina la
Biblioteca dei Saperi Umanistici, un edificio adiacente la Facoltà
di Lettere e Filosofia di Palermo, all’interno della cittadella
universitaria palermitana; in questo spazio porteremo avanti un
programma di iniziative comprendente momenti seminariali, assemblee
cittadine, proiezioni e spettacoli. Queste cinque giornate
serviranno, nell’ottica di un’analisi della attuale crisi
dilagante all’interno del capitalismo, per unire il movimento
universitario, il mondo della scuola, i lavoratori precari o in via
di precarizzazione, i senza casa, i movimenti di difesa dei beni
comuni, in vista del prossimo sciopero generale indetto per il 12
Dicembre. Durante queste giornate discuteremo poi sui report prodotti
dall’assemblea nazionale di Roma, svoltasi alla Sapienza il 15 e 16
novembre, e conseguentemente affronteremo come questioni prioritarie
le tematiche dell’autoriforma, della didattica e del diritto allo
studio
.

ATENEO
DI PALERMO IN RIVOLTA

 

 

 


netstrike contro www.miur.it

netstrike contro www.miur.it

Loro fermano il nostro futuro…
…noi fermiamo i loro siti.

Il 13 Novembre alle ore 14:00 partecipa al Netstrike contro uno dei siti che rappresenta
coloro che vogliono sottrarci il nostro futuro, distruggere l’università pubblica e laica.

Per sapere come collaborare vai al sito http://www.autistici.org/133strike/index2.html non occorre essere un esperto di informatica, basta sapere usare un browser e un mouse.

PARTECIPATE!!!!


Assemblea di Lettere e Filosofia di Palermo del 3 novembre 2008

L’Assemblea della Facoltà di Lettere e Filosofia, riunitasi nella
mattina del 3 novembre 2008, propone la messa in atto di una didattica
che si concili con le molteplici iniziative di opposizione ai
provvedimenti governativi che colpiscono il mondo della formazione. Nel
merito ha dato mandato alla rappresentanza studentesca di chiedere al
CdF di sospendere l’attività didattica in occasione di tutti i momenti
di protesta, sensibilizzazione e confronto, a tutti i livelli, esterni
ed interni all’Ateneo palermitano.

Al fine di coordinare le suddette attività si chiede la disponibilità
di un’aula adeguata allo svolgimento di una Assemblea permanente.
L’assemblea, preso atto delle diverse esigenze emerse in questi giorni,
chiede inoltre di poter utilizzare, per la protesta, i locali della
facoltà anche oltre il normale orario di apertura, per non gravare
eccessivamente sul normale svolgimento della didattica.

Si invitano infine i docenti a prendere in considerazione la
possibilità di attenersi strettamente al carico di lavoro previsto dal
D.P.R. 382/80, qualora tale posizione sia largamente condivisa nel
mondo accademico locale o nazionale; così come approvato dall’Assemblea
sotto proposta della Professoressa R. Marino.

Per conoscenza si allega anche un documento di condanna dei violenti
atti verificatisi in alcune piazze d’Italia  in questi giorni.

Mozione dell’Assemblea di Facoltà del 3 novembre 2008

L’assemblea
della facoltà di Lettere e Filosofia di Palermo – dopo due
settimane di mobilitazione contro la politica dell’attuale governo –
ribadisce la più netta opposizione a questo esecutivo, alla sua
politica sociale e ai suoi provvedimenti in materia di scuola e di
università.

Ribadisce
come obiettivi immediati del movimento il ritiro della legge 133 e
dell’ex DL 137.

Si
condannano con forza le ormai tradizionali strumentalizzazioni
fasciste di una grande mobilitazione di massa.

L’antifascismo
che muove una mobilitazione come questa, che prova a difendere il
sistema pubblico e collettivo di garanzie e di diritti, viene
ribadito come pregiudiziale e fondamentale caratteristica unificante
del movimento.

Ancora
una volta il braccio armato neofascista diventa strumento di
infiltrazione e di attacco di una mobilitazione di massa e dal basso,
utilizzato da poteri dominanti con la diretta e attiva responsabilità
delle forze dell’ordine.

Si
sostiene con forza l’aumento massiccio dei finanziamenti al sistema
di istruzione e formazione, destinandogli le ingenti risorse che da
anni supportano criminali sforzi bellici e aggressioni militari in
giro per il mondo, oltre che tutti i fondi che sostengono
l’ipertrofico sistema politico italiano. Non è pensabile che
politici super pagati vengano a fare la paternale sugli sprechi del
malridotto e sottofinanziato sistema di ricerca e di istruzione.

Una
società che spende in strumenti di morte e di distruzione, oltre che
in parassitari mantenimenti di élites di potere, tagliando invece in
studio, formazione e ricerca, esprime la decadenza e il declino
verso cui si sta avviando.


SOSPENSIONE DELLA DIDATTICA DECISA DAL CONSIGLIO DI FACOLTA’ DI LETTERE E FILOSOFIA DI PALERMO

Dopo due giornidi assembleee e manifestazioni, che hanno portato per strada più di 10.000 tra studenti, ricercatori, precari, docenti, cittadini, il consiglio di Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università degli studi di Palermo ha approvato in data 21 ottobre 2008, con una maggioranza schiacciante dei docenti e ricercatori facenti parte del consiglio, con i soli voti contrari di un’individualità forza italiota che non merità di essere citata e astensione dei ciellini, la sospensione della didattica fino al 31 ottobre, sottoscrivendo i documenti di studenti e ricercatori che verranno qui di seguito pubblicati.
 
——————————————————————————————–


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I ricercatori confermati, i ricercatori non
confermati, i dottorandi, i dottori di ricerca, gli assegnisti di ricerca, i
professori a contratto della Facoltà di lettere e Filosofia, riunitisi in
assemblea il 20 ottobre 2008, dopo ampia discussione, hanno approvato il
seguente documento:

 

I presenti condividono e sostengono le ragioni della
mobilitazione in corso in tutta Italia contro la legge 133, che sta
coinvolgendo ad oggi in un fronte unico il mondo universitario, dagli studenti
ai docenti. Tuttavia ritengono indispensabile esprimere con chiarezza la
propria preoccupazione che questa protesta possa essere, o anche semplicemente
apparire ai non addetti ai lavori, una difesa dello status quo dell’università
italiana.

 

Tempi e modi del reclutamento dei docenti; mancato
riconoscimento della funzione docente dei ricercatori; assenza di una efficace
e trasparente valutazione della ricerca e della didattica, della presenza e
dell’effettivo carico di lavoro svolto dai dipendenti delle università (in
particolare se appartenenti al corpo docente); impiego improprio dei
ricercatori strutturati e non, peraltro alimentato dalla proliferazione
spropositata dei corsi di laurea; persistenza della figura del dottorando senza
borsa; compenso dei contratti (ridicolo nei tempi e offensivo nella
retribuzione).

Sono solo alcune delle questioni che richiedono una
attenta riflessione e una radicale revisione all’interno di un autentico
progetto di riforma democratica dell’università.

I presenti propongono al Consiglio di Facoltà di
proclamare il blocco di tutte le attività didattiche (lezioni frontali,
laboratori, esami, ricevimento studenti, ecc.) fino al 31 ottobre, data di
discussione del Decreto-Legge 137 al Senato della Repubblica. Farà unica
eccezione la prima lezione prevista dal calendario ordinario, che dovrà essere
dedicata all’illustrazione e alla discussione della legge 133 e 137. I presenti
propongono altresì al Consiglio di Facoltà di intraprendere e promuovere, nel
corso dei dieci giorni del blocco della didattica, attività alternative quali
seminari, assemblee, discussioni, lezioni aperte sui temi della protesta,
garantendo la possibilità di tenere aperti i locali della Facoltà anche oltre
gli orari canonici di servizio. Si richiede, infine, che il Consiglio si impegni
a coinvolgere le altre Facoltà di questo Ateneo in una discussione sui
contenuti di questo documento.

 

L’Assemblea dei ricercatori, strutturati e non
(assegnisti, dottorandi, contrattisti), della Facoltà di Lettere e filosofia,
20 ottobre 2008


 


————————————————————————————————————


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DOCUMENTO DI
SINTESI DELL’ASSEMBLEA DELLA FACOLTÀ DI LETTERE E FILOSOFIA

 

In
continuità col movimento sviluppatosi in opposizione ai
disegni governativi  (legge 133/2008, DL 137/2008, DL
155/2008 e proposta di legge “Aprea”
) volti a smantellare
l’istruzione pubblica ed il sistema nazionale di formazione
universitaria, movimento concretizzatosi in una settimana di
assemblea permanente, gli studenti riuniti in Assemblea di Facoltà
tenutasi in data 21 Ottobre 2008,

sostengono

 

*       
che l’attacco generalizzato al mondo
dell’università e dell’istruzione pubblica nazionali, se
concretizzato, comporterebbe una definitiva crisi ed una deriva
sociale, politica e culturale dell’intero paese;

*       
che le attuali iniziative governative, figlie di
una degenerazione ormai ventennale, rispondono ad un preciso piano
che vede oggetto l’intera società e che si prefigge
un’ulteriore precarizzazione e destrutturazione dei diritti del
lavoro;

*       
che la trasformazione degli atenei in fondazioni
private, sotto le mentite spoglie di una logica efficientista,
concretizzerebbe una folle ingerenza degli interessi privati  e
dei connessi potentati economici nel mondo della ricerca e della
didattica che perderebbero così ogni residuo di libertà
e autonomia. Si inasprirebbero per di più le gravi barriere di
classe e di reddito che già oggi si frappongono ad una fattiva
concretizzazione del diritto allo studio;

*       
che il blocco delle assunzioni oltre a costituire
lo strumento di effettivo dissanguamento graduale degli atenei, è
di fatto ben lungi dall’intaccare realmente l’atavico sistema di
privilegi e di gestione baronale che costituisce la triste norma del
sistema universitario italiano. Il blocco delle assunzioni
comporterebbe un’odiosa esclusione per migliaia di giovani
ricercatori e lavoratori che vedrebbero così precluse le
possibilità di realizzazione professionale e conseguentemente
esistenziale;

*       
che lo smantellamento, fin dai primi livelli, del
sistema scolastico lascia presagire la volontà di modellare
una società basata sulla coercizione delle coscienze, sulla
dequalificazione dei saperi e sulle disuguaglianze sociali che
prosciugano la sostanza dei diritti fondamentali;

 

 

Visto
quanto espresso dal documento approvato dall’assemblea dei
ricercatori e dei dottorandi, gli studenti esprimono la propria
condivisione e il proprio sostegno sia riguardo all’analisi che
riguardo alle forme di mobilitazione da loro avanzate.

 

Gli
studenti conseguentemente

chiedono

 

*       
che questo Consiglio di Facoltà si esprima
nettamente e con fermezza contro le attuali iniziative dell’esecutivo
e a sostegno dell’abrogazione totale dei summenzionati provvedimenti;

*       
la sospensione della normale attività
didattica fino al 31 Ottobre;

*       
che in dato periodo la Facoltà diventi
luogo di elaborazione, confronto e aggregazione tra tutte le
componenti sociali interessate dall’attuale proposta di scardinamento
del sistema di istruzione-formazione. A tal fine si chiede di poter
usufruire dei locali e dei mezzi a disposizione della facoltà
anche oltre gli orari canonici di servizio, con l’intento di
costruire insieme docenti, ricercatori, lavoratori e studenti
percorsi di sensibilizzazione, autoformazione e lotta in grado di
coinvolgere e integrare anche il mondo extra universitario.

Riteniamo
fondamentale raccordarci col mondo della scuola, anch’esso sotto
attacco, ai suoi docenti, lavoratori, studenti e nuclei familiari,
oltre che col tessuto sociale dell’intera città;

 

 

Gli
studenti ritengono estremamente grave e critica la condizione attuale
delle università italiane, figlia di un ventennio di insensate
controriforme. Pertanto il presente documento non vuole in alcun modo
difendere l’attuale sistema accademico.

La
nostra lotta è l’ultima opportunità per riuscire ad
opporsi duramente ad un progetto reazionario senza precedenti che
sancirebbe la fine dell’attuale società italiana, oltre che
per ripensare complessivamente le molteplici articolazioni di 
una nuova università che riesca così a sottrarsi alla
palude in cui è stata ormai da tempo abbandonata.