Assemblea di Lettere e Filosofia di Palermo del 3 novembre 2008

L’Assemblea della Facoltà di Lettere e Filosofia, riunitasi nella
mattina del 3 novembre 2008, propone la messa in atto di una didattica
che si concili con le molteplici iniziative di opposizione ai
provvedimenti governativi che colpiscono il mondo della formazione. Nel
merito ha dato mandato alla rappresentanza studentesca di chiedere al
CdF di sospendere l’attività didattica in occasione di tutti i momenti
di protesta, sensibilizzazione e confronto, a tutti i livelli, esterni
ed interni all’Ateneo palermitano.

Al fine di coordinare le suddette attività si chiede la disponibilità
di un’aula adeguata allo svolgimento di una Assemblea permanente.
L’assemblea, preso atto delle diverse esigenze emerse in questi giorni,
chiede inoltre di poter utilizzare, per la protesta, i locali della
facoltà anche oltre il normale orario di apertura, per non gravare
eccessivamente sul normale svolgimento della didattica.

Si invitano infine i docenti a prendere in considerazione la
possibilità di attenersi strettamente al carico di lavoro previsto dal
D.P.R. 382/80, qualora tale posizione sia largamente condivisa nel
mondo accademico locale o nazionale; così come approvato dall’Assemblea
sotto proposta della Professoressa R. Marino.

Per conoscenza si allega anche un documento di condanna dei violenti
atti verificatisi in alcune piazze d’Italia  in questi giorni.

Mozione dell’Assemblea di Facoltà del 3 novembre 2008

L’assemblea
della facoltà di Lettere e Filosofia di Palermo – dopo due
settimane di mobilitazione contro la politica dell’attuale governo –
ribadisce la più netta opposizione a questo esecutivo, alla sua
politica sociale e ai suoi provvedimenti in materia di scuola e di
università.

Ribadisce
come obiettivi immediati del movimento il ritiro della legge 133 e
dell’ex DL 137.

Si
condannano con forza le ormai tradizionali strumentalizzazioni
fasciste di una grande mobilitazione di massa.

L’antifascismo
che muove una mobilitazione come questa, che prova a difendere il
sistema pubblico e collettivo di garanzie e di diritti, viene
ribadito come pregiudiziale e fondamentale caratteristica unificante
del movimento.

Ancora
una volta il braccio armato neofascista diventa strumento di
infiltrazione e di attacco di una mobilitazione di massa e dal basso,
utilizzato da poteri dominanti con la diretta e attiva responsabilità
delle forze dell’ordine.

Si
sostiene con forza l’aumento massiccio dei finanziamenti al sistema
di istruzione e formazione, destinandogli le ingenti risorse che da
anni supportano criminali sforzi bellici e aggressioni militari in
giro per il mondo, oltre che tutti i fondi che sostengono
l’ipertrofico sistema politico italiano. Non è pensabile che
politici super pagati vengano a fare la paternale sugli sprechi del
malridotto e sottofinanziato sistema di ricerca e di istruzione.

Una
società che spende in strumenti di morte e di distruzione, oltre che
in parassitari mantenimenti di élites di potere, tagliando invece in
studio, formazione e ricerca, esprime la decadenza e il declino
verso cui si sta avviando.


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