Monthly Archives: December 2008

Addio Alexis

Ad Atene sabato 6 novembre alla sera, in una via del quartiere Exarchia,
Alexis Grigoropoulos, un ragazzo di 15 anni, è stato assassinato a
sangue freddo da un poliziotto.
I due agenti presenti facevano parte della neonata unità d´elite della
polizia greca chiamata Blue Suits e il loro ingresso nel quartiere roccaforte
della sinistra antagonista, dove già nell´85 un ragazzo di 16 anni fu
ucciso (Michalis Kaltezos) dalla polizia durante un blitz, è stato visto
come una provocazione.

I comunicati ufficiali hanno parlato inizialmente di un incidente
causato da una precedente aggressione di un gruppo di anarchici contro
un auto della polizia; l’agente avrebbe sparato due colpi in aria e uno
a terra, il colpo rimbalzando avrebbe colpito il giovane.

La teoria dei colpi di rimbalzo, di genovese memoria, ha quindi fatto
breccia nei cuori di governanti e magistrature europee. Viene spontaneamente
da chiedersi quante volte la utilizzeranno ancora. Questa volta un proiettile
sarebbe rimbalzato prima a terra, poi su un cartello stradale in ferro.

Non sono bastate le dimissioni minacciate da due ministri, respinte dal
premier Costas Karamanlis, né l´arresto di due poliziotti con l´accusa
di omicidio. L´uccisione di Alexis ad Atene, ha incendiato la protesta
in tutta la Grecia.

Qui in Italia invece noi abbiamo il solito balletto delle cifre, la stampa
celebra le rivolte greche come "esplosioni di violenza immotivata"
mischiando tutto nel solito calderone, facendo coincidere la brigata
anarchica "giuliani" con i black block e via discorrendo. Tutto già visto,
tutto già letto, tutto come al solito tende a sminuire la lotta di chi è
stanco di sopprusi e povertà. A coloro che lottano in Grecia, a tutti i
compagni e le individualità, siano essi anarchici, comunisti, autonomi,
esprimiamo la nostra totale solidarietà.

 

SAPERI IN LOTTA                                                  


SCIOPERO GENERALE E GENERALIZZATO

Negli
ultimi due mesi il mondo dell’università è stato impegnato in una
dura lotta contro provvedimenti ciechi e sciagurati; per giorni si è
scesi in piazza contro tagli forsennati che mirano a ridurre
il settore della formazione pubblica ad una misera appendice, alla
mercè totale degli interessi delle lobby private di questo paese.

Abbiamo
manifestato innumerevoli volte, reclamando il ritiro della legge 133,
della legge 169 (ex decreto 137) e dell’attuale decreto 180. Ora è
giunto il momento di scendere in piazza per uno sciopero generale che
abbiamo voluto generalizzare alla società intera
.

Come
studenti universitari, precari e ricercatori abbiamo l’esigenza
assoluta di essere un’opposizione consapevole ad un capitalismo
straccione, ad un neoliberismo che ha messo in ginocchio intere fasce
della società e divorato in pochissimi anni diritti fondamentali;
dobbiamo evitare ogni autoreferenzialità della lotta, uscendo dai
limiti angusti della didattica e della ricerca, senza per questo
dimenticare le specificità dalle quali si è generato il nostro
movimento.

Per
fare ciò ribadiamo senza tentennamenti la necessità di sviluppare a
tutti i livelli forme di coordinamento e mobilitazione congiunta con
le realtà in lotta nelle scuole e nelle università, con i docenti
precari, con gli operai, i lavoratori e gli immigrati, con tutte le
realtà che resistono alle svariate forme di precarizzazione delle
esistenze.

Giorno
12 dicembre saremo dunque in piazza per dire no alle politiche
di un governo che ha consapevolmente mirato a distruggere il settore
pubblico e le garanzie di questo paese, che ha riproposto l’idea
ormai ventennale, per cui licenziamenti e tagli dei fondi di
finanziamento ordinario, precarizzazione assoluta e privatizzazioni,
guerra e repressioni securitarie, siano le uniche soluzioni per
uscire da una crisi interna al capitalismo.

Contro
i licenziamenti, le privatizzazioni e ogni forma di precarietà !

Per
il ritiro totale e immediato delle leggi 133 e 169, e del dl 180 !

NON
PAGHEREMO NOI LA VOSTRA CRISI

Venerdì
12 dicembre

ore 9:00
PIAZZA CROCI

Coordinamento
dei SAPERI IN LOTTA

http://saperi-in-lotta.noblogs.org

 


“Le cinque giornate di Palermo” – documento politico di sintesi

Dopo un mese
di mobilitazione nazionale, nelle giornate del 15 e 16 novembre,
all’assemblea nazionale della Sapienza di Roma il movimento
universitario si è proposto di elaborare non solo un bilancio delle
tappe fino a quel momento percorse ma anche una prospettiva di lotta
valida e sostenibile per i mesi a venire. Il contributo che abbiamo
voluto dare a Palermo, con l’iniziativa delle “cinque giornate”,
è voluto essere una riflessione complessiva sull’attuale crisi
economica, nella quale si sono collocati e si collocano, a nostro
avviso, non solo i feroci tagli che si sono abbattuti sul sistema
della formazione e sull’intero settore pubblico, ma anche gli ormai
ventennali processi di precarizzazione del mondo del lavoro e della
società tutta.

Abbiamo
voluto ribadire con forza la nostra totale opposizione ai recenti
provvedimenti legislativi dell’attuale governo: la legge 133 si
dimostra paradigmatica di un attacco spietato a tutto il settore
pubblico, inserendo i tagli all’università da più parti
contestati in un generale processo di “razionalizzazione” che
vede tutto il settore pubblico del nostro paese essere sottoposto a
processi di turn-over, tagli indiscriminati dei fondi di
finanziamento ordinario, privatizzazioni sempre più spinte
attraverso lo “sdoganamento” delle fondazioni di diritto privato,
veri e propri licenziamenti di massa del personale precario e
strutturato.

La legge 169
(ex dl 137) ribadisce come strumento privilegiato di drenaggio di
capitali dal settore pubblico al privato la barbara riduzione di
cattedre, numero di ore e numero di docenti necessari allo
svolgimento della normale didattica, l’annichilimento dello
strumento del tempo pieno, la perdita del lavoro, di fatto, di
migliaia di docenti di ruolo e precari.

Il recente dl
180 fraziona il fronte che per più di un mese ha tenuto testa ai
folli provvedimenti dell’esecutivo, dividendo gli atenei su base
esclusivamente economica tra virtuosi e non, ed esautorando alcune
fasce di docenza dalle commissioni dei concorsi per ricercatori.

Tutto ciò
palesa sempre più l’esigenza di rafforzare e rinsaldare un fronte
unico di opposizione alle politiche neoliberiste che,
strumentalizzando una crisi economica da esse stesse generata,
ripropongono con forza i tagli economici e la precarizzazione del
mondo del lavoro come unica possibile soluzione.

L’università
è infatti oggi un laboratorio in cui gli studenti ed i ricercatori,
i precari ed il personale ATA sperimentano sempre più brutalmente le
logiche del mercato e della mercificazione. I già consistenti tagli
hanno compromesso il lavoro di ricerca fino a mutarlo nel vero asse
portante del sistema, costringendo figure che dovrebbero sviluppare
nuovi percorsi di ricerca a sostenere carichi di lavoro aggiuntivi e
non retribuiti, senza i quali l’intera università crollerebbe
repentinamente; contemporaneamente il personale non docente è stato
sempre più assottigliato e umiliato attraverso l’ampio ricorso a
forme di contratto a tempo determinato. In questo contesto gli
studenti hanno sperimentato sulla propria pelle vent’anni di
controriforme, giungendo al tanto osannato sistema del “3+2” e
della strutturazione in crediti della didattica. Ancora una volta
ribadiamo la nostra assoluta contrarietà ad un siffatto sistema
universitario che ha fallito tutti i presupposti con i quali era
stato presentato e giustificato: le singole discipline si sono mutate
in pacchetti di crediti da acquisire, perdendo completamente ogni
connessione con le conoscenze e le competenze che ogni percorso di
studi dovrebbe garantire. Il sapere, privato di ogni connessione con
le problematicità del reale, si è mutato in una vera e propria
anticamera di un mondo del lavoro sempre più precario e privo di
garanzie, e mentre cadono i canali che una volta garantivano
l’inserimento nel mondo del lavoro, assistiamo ad un uso massiccio
e strumentale della retorica della produttività e della
meritocrazia.

Gli studenti
universitari sono dunque veri e propri precari in formazione, futuri
disoccupati che non possono prescindere dal collocarsi in un fronte
unico di opposizione sociale con i migranti, i senza casa, gli
operai, i lavoratori precari e disoccupati. I licenziamenti massicci
all’Alitalia, alla Fiat, alla Telecom, i tagli al welfare state, al
sistema previdenziale e a quello sanitario, l’impoverimento sempre
più tangibile di milioni di italiani, lo sfruttamento brutale degli
immigrati, sempre più forza lavoro ricattabile e funzionale ad
abbassare il costo del lavoro (il tutto giustificato con
pseudopolitiche securitarie, rigurgiti neorazzisti e deportazioni
illegali nei centri di permanenza temporanea), l’assenza di una
seria politica sull’edilizia pubblica, la devastazione ambientale
condotta attraverso faraoniche e costosissime grandi opere o metodi
contraddittori di gestione delle problematiche ambientali, sono tutte
questioni che ci riguardano in prima persona, nella necessità di
costituire nelle scuole, nelle università, nei luoghi di lavoro
delle reti di resistenza al neoliberismo ed alle sue cieche
politiche.

La lotta deve
dunque ampliare il suo raggio ed affrontare tutte quelle
problematiche che in questo momento vedono contrapporsi da un lato
lobby spietate di privati, il cui unico interesse è e resta il
profitto assoluto, dall’altro tutti coloro che in questo momento
resistono, nella comune intenzione di difendere diritti sociali e
garanzie minime nel mondo del lavoro, nella società tutta.

L’obiettivo
deve diventare un’opposizione consapevole e complessa ad un
capitalismo che ha messo in ginocchio fasce consistenti della società
e divorato in pochi anni diritti fondamentali; come studenti e
universitari dobbiamo evitare ogni forma di autoreferenzialità della
lotta, uscendo dai limiti angusti della didattica e della ricerca,
senza per questo dimenticare le specificità dalle quali si è
generato il nostro movimento.

Ribadiamo
dunque l’assoluta ed ineludibile necessità di sviluppare a tutti i
livelli forme di coordinamento con le realtà in lotta nelle scuole e
nelle università, con i docenti precari, con i lavoratori e gli
immigrati, con tutte le realtà che resistono alle svariate forme di
precarizzazione delle esistenze.

Aderiamo
convintamene alla data del 12 dicembre, una giornata di sciopero
generale che va dunque generalizzato e che vuole e deve porsi come
obiettivo una netta opposizione all’attuale stato di cose, per
rimettere all’ordine della discussione un cambiamento della società
tutta.


Programma delle “cinque giornate” di Palermo

Clicka qui per scaricare il programma in formato pdf.

 


Le “Cinque giornate” di Palermo Riparte il movimento: l’ateneo in rivolta occupa la Facoltà di Lettere

Le
“Cinque giornate” di Palermo

Riparte il
movimento: l’ateneo in rivolta occupa la Facoltà di Lettere

 

Venerdì 28 Novembre, in occasione dell’approvazione in
Senato del decreto legislativo 180 in materia di riforma
universitaria, l’edificio centrale della Facoltà di Lettere e
Filosofia  è stato occupato da studenti di tutte le facoltà
con l’obiettivo di rilanciare il movimento universitario a partire
dalla riappropriazione di uno spazio all’interno della cittadella e
dall’apertura di un reale spazio di discussione e confronto tra
studenti, finora quasi inesistente.
 
Sentiamo il bisogno
di confrontarci sulle questioni fondamentali emerse dall’assemblea
nazionale della Sapienza. Vogliamo riaprire un dibattito profondo
sulle questioni della didattica, del diritto allo studio, della
precarietà e del lavoro (il 3+2, il sistema dei crediti, i percorsi
di autoformazione, l’autoriforma, i sistemi di valutazione della
ricerca e di reclutamento …).
 
Allo stesso tempo
intendiamo aprire il movimento universitario a tutte le vertenze e a
tutti i conflitti  che vivono anche al di fuori dello
spazio universitario, a partire dai coordinamenti di docenti e
studenti delle scuole medie inferiori e superiori, fino a tutti i
comitati di lavoratori e precari in mobilitazione e ai comitati in
difesa dei beni comuni.
 
Vogliamo costruire un percorso
ampio in vista dello sciopero generale del 12 Dicembre, che leghi con
un filo comune tutte le lotte territoriali e nazionali, a partire
dallo slogan "Noi la crisi non la paghiamo", ma ponendo al
tempo stesso la centralità della questione dell’attacco al
mondo della formazione.
 
Si invitano pertanto gli
studenti, i precari, i lavoratori e i cittadini tutti a partecipare
alle "cinque giornate" di Palermo indette dal movimento
universitario.

Ateneo di Palermo in Rivolta


Aggiornamento delle “cinque giornate” di Palermo

Gli studenti dell’ateneo
palermitano, le realtà in lotta all’interno delle facoltà,
l’Accademia delle belle arti di Palermo, hanno occupato stamattina la
biblioteca dei Saperi Umanistici, con l’intenzione di riappropriarsi
di questo spazio, in linea con la giornata di mobilitazione nazionale
che proprio per oggi era stata lanciata all’assemblea del 15 e 16
novembre, tenutasi alla Sapienza di Roma. “Dopo aver presidiato per
l’intera giornata l’edificio, rivendicando l’accelerazione del
processo di apertura dello stesso agli studenti, abbiamo deciso di
rilanciare e proseguire nell’intenzione di organizzare al meglio le
previste giornate di discussione e dibattito sulla precarietà,
l’autoriforma, i beni comuni.

Per fare ciò abbiamo
occupato la facoltà di Lettere e Filosofia, ribadendo la
trasversalità e il carattere interfacoltà e d’ateneo di questa
azione”.

La facoltà di Lettere e
Filosofia di Palermo sarà dunque lo spazio interfacoltà in cui,
fino alla giornata di martedì 2 dicembre, si svolgeranno le già
previste iniziative di confronto e approfondimento, pensate per
unire, nell’ottica di un’analisi della attuale crisi del
capitalismo, il movimento universitario, il mondo della scuola, i
lavoratori precari o in via di precarizzazione, i senza casa, i
movimenti di difesa dei beni comuni.

Queste giornate nascono
dunque dalla necessità di generalizzare la protesta del mondo
studentesco e universitario, in vista del prossimo sciopero generale
indetto per il 12 Dicembre.



Ateneo di Palermo in
rivolta


Le “cinque giornate” di Palermo. Gli studenti occupano la Biblioteca dei Saperi Umanistici.

Come
studenti di un ateneo in rivolta abbiamo più volte riversato nelle
strade della nostra città la nostra dura e irriducibile
contrapposizione a provvedimenti legislativi inadeguati e incentrati
solo ed esclusivamente su tagli economici. Abbiamo oggi deciso di
rivendicare uno spazio, per la durata di 5 giorni, con una finalità
precisa: ribadire con forza e decisione la nostra critica ad una
prassi ormai ventennale di impoverimento del sistema di formazione
nazionale, di volta in volta giustificata con motivazioni strumentali
e pretestuose. Per fare questo abbiamo occupato stamattina la
Biblioteca dei Saperi Umanistici, un edificio adiacente la Facoltà
di Lettere e Filosofia di Palermo, all’interno della cittadella
universitaria palermitana; in questo spazio porteremo avanti un
programma di iniziative comprendente momenti seminariali, assemblee
cittadine, proiezioni e spettacoli. Queste cinque giornate
serviranno, nell’ottica di un’analisi della attuale crisi
dilagante all’interno del capitalismo, per unire il movimento
universitario, il mondo della scuola, i lavoratori precari o in via
di precarizzazione, i senza casa, i movimenti di difesa dei beni
comuni, in vista del prossimo sciopero generale indetto per il 12
Dicembre. Durante queste giornate discuteremo poi sui report prodotti
dall’assemblea nazionale di Roma, svoltasi alla Sapienza il 15 e 16
novembre, e conseguentemente affronteremo come questioni prioritarie
le tematiche dell’autoriforma, della didattica e del diritto allo
studio
.

ATENEO
DI PALERMO IN RIVOLTA